Zanoni by Edward Bulwer Lytton

Zanoni by Edward Bulwer Lytton

autore:Edward Bulwer Lytton [Lytton, Edward Bulwer]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2021-12-17T22:00:00+00:00


CAPITOLO II

Abari invece di giudicare Pitagora, il quale insegnava tali cose, come un negromante od un mago, lo venerava qual essere divino.

GIAMBLICO, Vita di Pitagora.

I domestici che Mejnour aveva riuniti nella sua strana abitazione erano quali convenivano ad un filosofo che ha bisogno di poco.

Un vecchio Armeno che Glyndon riconobbe per averlo visto a Napoli ai servigi del mistico, una robusta contadina del villaggio, raccomandata da Mastro Paolo, e due giovani dalla lunga capigliatura e dal fiero sguardo, creature del medesimo, facevano il servizio del castello.

Le stanze abitate da Mejnour erano comode e ben difese dalle intemperie con un avanzo dell'antico splendore negli arazzi scoloriti che ricoprivano le pareti, e nelle tavole marmoree di fine lavoro.

La stanza da letto di Glyndon dava su una specie di belvedere, o terrazza, dominante una bella ed estesa veduta: dal lato opposto una lunga galleria e dieci o dodici gradini la separavano dalla stanza particolare del mistico.

In tutto il castello regnava un'aria cupa ma non sgradevole,per la quiete opportuna agli studi cui egli ora era destinato.

Per vari giorni Mejnour rifiutò di conferire con Glyndon su ciò che gli stava a cuore.

– Tutto, disse, è apparecchiato al di fuori, ma non già interiormente, perché l'anima vostra deve abituarsi al luogo e armonizzare con la circostante natura, essendo essa la sorgente di qualsiasi ispirazione.

Dopo Mejnour si volse a più graditi soggetti, e facendosi accompagnare dal giovane inglese nelle sue passeggiate attraverso le adiacenti solitudini, approvava, sorridendo, l'entusiasmo che la loro severa bellezza in lui suscitava.

Allora profondeva al suo pupillo tesori di cognizioni che sembravano sconfinate e inesauribili.

Gli dava la più curiosa e minuta spiegazione del carattere, credenze e abitudini delle varie razze d'uomini che successivamente dominarono in quelle contrade.

È vero che simili descrizioni non si trovano nei libri, ne hanno l'appoggio delle autorità scientifiche, ma Mejnour le rendeva affascinanti narrando con la persuasione di uno che ne era stato testimone oculare.

Talvolta favellava sui durevoli e profondi misteri della natura con un'eloquenza che dava ai medesimi un colorito più poetico che scientifico.

A poco a poco il giovane artista si trovò sublimato dai colloqui con il maestro; l'ardente febbre dei suoi desideri si era calmata, ed il suo spirito si acquietava in una tranquilla contemplazione: egli si sentì migliore, e nel silenzio dei sensi gli pareva udire la voce dell'anima sua.

Era questo lo stato in cui evidentemente Mejnour aveva voluto ridurre il neofito; e in ciò seguiva la via tenuta dai saggi in qualunque iniziazione elementare, poiché l'uomo il quale mira a far scoperte, deve prima di tutto ridursi ad una specie di astratto idealismo per rafforzare le sue facoltà contemplative e immaginative.

Glyndon rimarcò che Mejnour nelle sue escursioni si arrestava sovente dove il fogliame era più denso per raccogliere erbe, o fiori, e si ricordò di aver visto qualche volta Zanoni fare altrettanto.

– Possono, chiese un giorno a Mejnour, questi ultimi prodotti della natura che fioriscono e cadono nel breve periodo di un giorno, servire alla scienza dei grandi segreti? Vi è forse in loro un farmaco



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